"Guida alla riabilitazione implantoprotesica del mascellare posteriore atrofico" di Claudio Stacchi

Guida alla riabilitazione implantoprotesica del mascellare posteriore atrofico” di Claudio Stacchi fornisce un’approfondita analisi del piano di trattamento e delle varie opzioni chirurgiche e protesiche disponibili: ogni capitolo contiene dettagliate informazioni, basate sulla più recente evidenza scientifica, sui passaggi diagnostici e terapeutici necessari per raggiungere e mantenere nel tempo risultati clinici ottimali.

Sfoglia il libro

Ecco per te alcune pagine rappresentative ed esemplificative dei contenuti del libro. Clicca sulla pagina per iniziare a sfogliare.

Clicca qui per leggere l’indice completo degli argomenti

Guarda la video-presentazione

Moderne tecniche di implantologia e tecniche rigenerative: le ultime novità

La riabilitazione a supporto implantare del mascellare posteriore edentulo presenta spesso problematiche relative alla limitata dimensione verticale e alla scarsa densità dell’osso crestale residuo. Tuttavia, grazie agli sviluppi delle moderne tecniche di implantologia, è oggi possibile sia inserire impianti nel limitato volume osseo a disposizione, sia ricorrere a tecniche rigenerative che consentano di recuperare l’osso perduto.

Immagine in visione diretta della membrana di Schneider, dopo il completamento dell’osteotomia eseguita mediante frese sequenziali di Cosci, che evidenziano l’integrità della stessa

Analisi del piano di trattamento e delle varie opzioni chirurgiche e protesiche disponibili

Questo testo fornisce un’approfondita analisi del piano di trattamento e delle varie opzioni chirurgiche e protesiche disponibili: ogni capitolo contiene dettagliate informazioni, basate sulla più recente evidenza scientifica, sui passaggi diagnostici e terapeutici necessari per raggiungere e mantenere nel tempo risultati clinici ottimali.

In seguito a osteotomia crestale con frese sequenziali si evidenzia, in visione diretta, una perforazione della membrana di Schneider che impone un’interruzione della procedura, data la RBH insufficiente a inserire un impianto. Una RBH di almeno 5 mm è necessaria per inserire comunque l’impianto, naturalmente senza innesto di biomateriale.

Spazio alle opzioni minimamente invasive

Le opzioni minimamente invasive rappresentate dall’utilizzo di impianti corti o inclinati sono affrontate in modo approfondito, fornendo suggerimenti pratici di carattere chirurgico e protesico che possono contribuire positivamente a una prognosi favorevole.

Rialzo crestale two-stage eseguito con frese e osteotomi con stop (Smart Lift, Meta, Reggio Emilia, Italia) e graft particolato. La radiografia endorale mostra un importante setto di Underwood, quasi al centro dello spazio edentulo del 16 (a). Il sito osteotomico viene posizionato nella zona immediatamente mesiale al setto e si procede a un rialzo bifasico (b). Dopo 6 mesi di guarigione (c) viene inserito l’impianto in un osso già in avanzato stadio di maturazione e con il setto quasi non più distinguibile. In (d), radiografia endorale di controllo dopo 5 anni di carico protesico con un ottimo mantenimento del volume rigenerato e l’evidente formazione di una nuova corticale che circonda l’apice implantare.
Oppure

Le tecniche chirurgiche di rialzo del seno mascellare con approccio laterale e transcrestale

Sono inoltre descritte step-by-step le tecniche chirurgiche di rialzo del seno mascellare con approccio laterale e transcrestale, presentando quindi un razionale biologico che sia di ausilio per il clinico nella scelta fra i diversi approcci chirurgici.

Radiografia endorale post-operatoria di un impianto corto tissue level inserito in zona 16 con ancoraggio bicorticale e apice che protrude nel seno mascellare da 1,5 a 2,5 mm. (b) Radiografia endorale a 12 mesi dalla chirurgia: l’apice dell’impianto è completamente circondato da osso neoformato ed è visibile la formazione di una nuova corticale che delimita il tessuto rigenerato.

Disamina dei biomateriali

Sono esaminati nel dettaglio anche i diversi biomateriali utilizzabili nelle procedure di rialzo di seno mascellare, evidenziando vantaggi e svantaggi delle varie tipologie di graft disponibili.

La protesi avvitata indiretta rappresenta un’interessante alternativa a quella avvitata diretta e a quella cementata. La mesostruttura viene avvitata direttamente agli impianti (a), mentre la sovrastruttura viene fissata con una vite linguale (b). (Realizzazione protesica Sig. Nicolino Angeloni.)